Quello di Drak’kast è un mondo rischioso, selvaggio, dominato da profondi e oscuri misteri che aspettano solo di essere riportati alla luce. Un mondo in cui ognuno è costretto a sfidare la stirpe dei draghi e la sua egemonia, aprendosi un varco nel fuoco con il crudele acciaio nel pugno... o andando incontro alla morte.

martedì 6 settembre 2011

Dyamar, la Battaglia del Fuoco

Quello dei draghi è un mondo straordinario se non unico nel suo genere. Un mondo denso di misteri e di segreti celati nel tempo, un contenitore di grandi saperi e misticismo, tutelato nei secoli dai suoi stessi fruitori; ma non sempre è stato così. Tempo addietro, quando ancora i dissidi fra i popoli elfici dell’Ovest e gli abitanti del continente di Orodrel, sede della maggiore parte dei draghi, imperversavano come mare in tempesta, il forte contrasto che ne derivò conobbe ben presto il proprio ineluttabile epilogo. La dorsale del Nynivar venne così invasa dall’esercito degli elfi, la più numerosa delle fazioni in campo, che annoverava fra le sue file le razze dei grigi del Fyerdost, gli elfi silvani di Anthaloriel, gli elfi alti di Everlirian, quelli della luna di Eluvria e non per ultimi i myralwin, gli elfi alati delle montagne del Domeil. Dall’altra parte del campo, invece, troneggiavano i Kohomoth delle montagne del sole, i draghi della terra di Erneya e una moltitudine di draghi cromatici accorsi in aiuto dell’unico e solo padrone di tutti i draghi, ossia Eldavyr, il Bardo: colui che nel tempo sedusse la volontà delle menti draconiche attraverso il Wyrm Tale, il più potente fra gli Aulmadònviel, ossia i Racconti Perduti (testi magici capaci di alterare la realtà circostante in relazione al tema trattato dalla storia narrata). Questa battaglia rimase scolpita negli annali col nome di “Dyamar, la Battaglia del Fuoco”.

Seppur esiguo il numero degli elfi rispetto al potere dei draghi, di contro, i primi fecero largo impiego degli sterminatori di draghi umani della città di Coredron, ma non solo, perché il loro bisogno di aiuto sconfinò perfino nel richiamo del Drak’kast, il più potente se non leggendario dei gruppi di cacciatori di draghi. La battaglia durò ben tre giorni, finché Eldavyr non richiamò indietro le proprie forze in campo, a causa delle grosse perdite, e così fecero anche i rimanenti elfi. Molti degli sterminatori vennero barbaramente trucidati dai loro nemici, avendo proiettato immancabilmente su di essi l’odio che nei tempi i draghi avevano covato con gran livore nei loro confronti. Le spade furono oltremodo sottratte quale degno trofeo per la loro morte, un segno distintivo che in futuro avrebbe qualificato la condotta degli Erodek, i draghi berserker.

Circa sei mesi di silenzio anticiparono il primo barlume di speranza per il futuro di quel mondo. Un araldo degli elfi si spinse oltre i confini del continente di Orodrel, armato di gran coraggio e soprattutto di un grande potere: un potere che risiedeva nella musica e nel canto, in particolar modo nel portento della parola. Un essere che invero incarnava la mistica forza dei draghi, e che con essi condivideva ogni cosa, perfino la forma seppur celata sotto le apparenti spoglie di un elfo. Il suo nome era Nuvarrak, un drago della luna dei regni di Eluvria. Lunghi furono i giorni che seguirono il suo arrivo e ancor più quelli che caratterizzarono i molteplici incontri con i draghi del Concilio. Le motivazioni della sua presenza e l’eloquente esposizione dei temi esposti precedentemente dai suoi fratelli fecero breccia nel ritroso quanto austero scetticismo dei saggi, dopo ben dodici giorni di arduo lavoro diplomatico. Anche la fortuna fu dalla sua parte, poiché al secondo giorno apprese della scomparsa di Eldavyr, dopo l’epilogo della battaglia; di lui non si seppe più nulla. Quanto al Wyrm Tale, esso fu recuperato dai Guardiani del continente e trasformato, in un secondo tempo, in un vero e proprio Codice. Quell’evento presagiva l’inizio di una nuova era, l’ostile dominio dei draghi si sarebbe piegato finalmente alla visione di un nuovo mondo, in cui entrambe le razze avrebbero vissuto per sempre in pace e in armonia; almeno così sarebbe stato in principio.

(Estratto da "Dragon Tales" - Scaricabile presso il sito di Drak'kast - Area Download)

2 commenti:

  1. Molto carino ed interessante questo post draghesco ........ peccato non avere un bel drago con cui volare !?!

    RispondiElimina
  2. E già, in effetti essere un dragon rider sarebbe bello!

    :)

    RispondiElimina